Caserta, il 118 provinciale è al collasso: poco personale per circa un milione di chiamate annue
Scritto da Laura Ferrante,
Pubblicato in : , SCIENZA&MEDICINA
CASERTA - Ancora disagi alla centrale del servizio pubblico sanitario del 118 della provincia di Caserta. Il servizio che si interessa in prima persona della tutela del cittadino ed è il primo servizio ad intervenire in materia di salute pubblica è al collasso per troppo lavoro e poco eprsonale all'opera.
Alla centrale operativa, dove ci sono persone qualificate a rispondere alle varie esigenze e difficoltà di tutto il territorio della provincia di Caserta, e dove, chi risponde non è un centralinista ma personale qualificato, con la capacità di intervenire in ogni situazione d’emergenza. All’interno della centrale lavorano infermieri e medici, che ricevono migliaia di telefonate di richieste di aiuto più disparate.
La centrale di Caserta deve sopperire alle chiamate di tutto il territorio provinciale e smistare successivamente la chiamata alle varie postazioni dislocate in vari ospedali. E’ da qui che partono gli interventi, ed è sempre qui che le svariate richieste di aiuto arrivano. Con la conseguenza che spesso gli operatori non riescono a tenere testa a tutte le chiamate.
Al servizio dei cittadini ci sono operatori sanitari qualificati ed energici, dotati di spirito di iniziativa, quello che serve nelle emergenze, e capacità di capire quando l’emergenza può essere risolta diversamente. Ricordiamo inoltre che, dagli ultimi dati dell’Istat, che registravano nel 2001, un totale di chiamate annue di 870.000 al 118 di Caserta, ad oggi, le chiamate sono arrivate a più di un milione.
Dato da non sottovalutare soprattutto se si pensa che, ogni giorno, a rispondere a tutte le telefonate, ci sono solo due operatori. Ai due operatori di turno viene chiesto di fare il lavoro di almeno quattro. Pensiamo ad esempio, quando capita un solo incidente. Per uno solo si fanno all’incirca trenta telefonate che sollecitano aiuto, anche quando l’ambulanza è già partita. Per rispondere alle sole telefonate di quell’intervento, si possono trascurare altre richieste di aiuto.
E magari potrebbero essere molto più gravi della prima, con il rischio di ritardare l'intervento. Dunque, la salute pubblica sembra a rischio, manca il personale che dovrebbe evadere le telefonate e quelli rimasti sono ormai al collasso. Ma da tempo si stanno facendo richieste di aiuto che puntualmente vengono sottovalutate. Il personale infermieristico è al collasso, nonostante tutto non abbandonano il loro posto di lavoro e si prodigano senza sosta per lo spirito di collaborazione e solidarietà al servizio del cittadino. La salute pubblica va tutelata, ma prima vanno tutelati medici, infermieri, incaricati del servizio.
Il personale del 118, da tempo, per sopperire alla carenza di personale, è costretto a lavorare per ventiquattro ore di fila. Non solo non è legale, ma davvero può essere utile al cittadino un infermiere stanco per aver fatto un doppio turno? O serve personale capace di tenere la mente lucida nelle situazioni che lo richiedono. Un problema di tutti, quindi, che sarebbe meglio affrontare al più presto per la salute di tutti i cittadini e non solo di pochi.fonte:http://www.ecodicaserta.it/index.php?option=com_content&view=article&id=461:caserta-il-118-provinciale-e-al-collasso-poco-personale-per-circa-un-milione-di-chiamate-annue&catid=25:scienzaamedicina&Itemid=41
Roma, trasportato in ospedale col bus: nessuno lo soccorre. I medici: «Non possiamo uscire»
di Davide DesarioROMA (17 giugno) - Da una parte un giovane autista di Trambus che si prende le sue responsabilità, devia la corsa del suo autobus, e trasporta un passeggero colto da malore direttamente all’ospedale. Dall’altra la rigidità di una struttura ospedaliera che nonostante l’emergenza si rifiuta di uscire dal pronto soccorso, attraversare la strada, obbligando il conducente a chiamare un’ambulanza. In mezzo un viaggiatore, Alessandro F, accasciato sul pavimento del pullman ormai privo di sensi. Sono i diversi e controversi aspetti della stessa storia. Una storia che solo il caso ha voluto che non si trasformasse in tragedia.Tutto comincia ieri pomeriggio sull’autobus della linea 070. Una di quelle che in estate prolunga la sua corsa per portare e prendere i bagnanti sul litorale romano: ogni giorno va e viene dal capolinea del Villaggio Tognazzi a Capocotta (al confine tra Roma e Torvajanica) e quello della stazione della metropolitana Eur Fermi. Sono circa le 16,20. L’autobus con tutti i posti a sedere occupati e una decina di viaggiatori in piedi sta percorrendo l’ultimo tratto della Cristoforo Colombo, in direzione Roma. A qualche chilometro dall’Eur al conducente, Pasquale Tintillini Di Palma di 29 anni, si avvicina un passeggero, Alessdro F. trentenne dottore di ricerca in Scienze Economiche. L’uomo dice di sentirsi molto male e chiede aiuto. L’autista rallenta, accosta, apre le porte per fargli prendere aria. Ma le condizioni del ragazzo peggiorano. Così l’autista impugna il telefonino e alle 16,30 chiama il centralino 118 per chiedere un’ambulanza. Poi riparte cerca di avvicinarsi all’Eur ma, pochi istanti dopo, avvertito anche dagli altri passeggeri si rende conto che l’uomo ha praticamente perso i sensi: è sdraiato sui sedili al centro della vettura, pallido, con gli occhi che guardano in alto. Il conducente allora non ci pensa due volte, chiama subito la centrale operativa di Trambus, comunica l’emergenza e chiede l’autorizzazione a deviare il percorso verso il più vicino ospedale. Autorizzazione che viene concessa all’istante. E allora lo 070 riparte verso il Sant’Eugenio. Durante il tragitto però l’autista compie una nuova telefonata: si preoccupa di annullare la chiamata dell’ambulanza al 118.Alle 16,45 circa l’autobus arriva davanti all’ingresso del pronto soccorso dell’ospedale Sant’Eugenio. Pasquale Tintillini Di Palma tira il freno e pensa di essere riuscito nell’impresa. E, invece, no.Quando scende dall’autobus e corre in ospedale per chiedere i soccorsi gli crolla il mondo addosso. Dall’ospedale gli rispondono che il regolamento gli vieta loro di uscire fuori dalla struttura a prendere le persone che si sentono male: «deve chiamare un’ambulanza» gli suggeriscono. Pasquale non crede alle sue orecchie ma non si da per vinto, anche perché il passeggero è lì ormai sdraiato per terra nel pullman.E allora riprende il cellulare e chiama ancora il 118 e, incredibilmente, chiede di nuovo un’ambulanza. I tempi si allungano. Per fortuna, però, arriva un altro mezzo di soccorso a sirene spiegate e con all’interno un’altra persona ferita. L’autista e gli altri passeggeri dello 070 si sbracciano, chiedono aiuto. L’ambulanza si ferma, scende un medico e soccorre il viaggiatore mentre il mezzo di soccorso riparte, entra in ospedale e scarica la persona che era a bordo. A questo punto l’ambulanza riesce, attraversa la strada e gli infermieri finalmente caricano il ragazzo colto da malore su una barella.Più tardi arriva l’ambulanza del 118 ma a vuoto. Pasquale Tintillini Di Palma tira un sospiro di sollievo, si rimette al volante del suo “bestione” e accompagna gli altri passeggeri, compagni d’avventura, al capolinea dell’Eur.Il ragazzo colto da malore, invece, resta in ospedale. Ieri sera alle 22 era ancora lì per accertamenti: «Sto male e sto aspettando la diagnosi - dice - Sono salito sul bus all’Infernetto. Ricordo di essermi sentito male poco dopo, ricordo l’autista che si dava un gran da fare. Ma non so come sono arrivato al pronto soccorso». http://www.ilmessaggero.it/articolo.php?id=26117&sez=HOME_ROMA
IRPINIA/ DUE ANZIANI TENTANO SUICIDIO SALVATI DAI SOCCORRITORI
In due piccoli centri sfioratta tragedia della solitudine postato
23 ore fa da APCOM
23 ore fa da APCOM
Roma, 16 giu. (Apcom) - Due tragedie sfiorate nel giro di poche ore in Irpinia dove due anziani, P.M. di Montella 83enne e M.F. di Castelvetere S.C. 68enne, che che avevano tentato di togliersi la vita sono stati salvati dai soccorritori del 118 e dai carabinieri.
A Montella, nella prima mattinata un'ottantenne signora, coniugata e pensionata, in un momento di sconforto scaturito probabilmente dalla malattia che ha colpito il marito circa 15 giorni fa, uscita di casa, è andata sul retro dell'abitazione stava tentando di darsi fuoco. Ritornata in se la signora a causa del dolore, ha chiesto aiuto ai familiari che abitano nello stesso condominio, che hanno richiesto l'intervento sia dei sanitari del 118 che dei Carabinieri della Compagnia di Montella che, immediatamente, giunti sul posto hanno prestato le prime cure alla signora trasportata presso l'Ospedale 'G.Criscuoli' di Sant'Angelo dei Lombardi, per le ustioni di secondo grado riportate, è stata giudicata guaribile in decina di giorni.
A Castelvetere sul Calore, invece, l'allarme è scattato in tarda mattinata quando è giunta alla Centrale Operativa dei Carabinieri di Montella la telefonata di una signora che chiedeva aiuto perché il marito aveva tentato il suicidio. I Carabinieri, che nel frattempo avevano chiesto l'intervento dei sanitari del 118, giunti sul posto hanno soccorso l'anziano pensionato, M.F., che si era inferto dei colpi con un coltello da cucina all'addome ed all'inguine. La causa del tentativo di suicidio o semplice gesto di autolesionismo sembra essere la depressione sofferta da tempo dall'anziano signore. Dopo i primi soccorsi effettuati per tamponare l'emorragia, il personale del 118 lo ha immediatamente trasportato presso l'ospedale civile di Solofra, dove è stato ricoverato presso il reparto psichiatria.
Fonte:http://notizie.alice.it/notizie/cronaca/2008/06_giugno/16/irpinia_due_anziani_tentano_suicidio_salvati_dai_soccorritori,15147016.html
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