il 118 in sicilia

il 118 in sicilia
In Sicilia il Servizio Urgenza Emergenza Sanitario "S.U.E.S. 118", attivato in maniera sperimentale e provvisoria l' 11 Agosto 1997, è dotato di quattro Centrali Operative interprovinciali presso le provincedi Palermo, Catania, Caltanissetta e Messina. Ogni C.O. è provvista di una rete telefonica sanitaria dedicata solo alla emergenza (118) e indipendente da quella ordinaria, con venti linee dhe afferiscono a cinque posti di operatori; dispone inoltre di una rete privata virtuale dedicata (RPV) che le collega fra loro, con tutti i pronto soccorso e con tutti i reparti dell'area critica degli ospedali dell'Isola (Rianimazioni, Unità coronariche, Neurochirurgie, etc.); ognuna di esse è fornita inoltre di un sistema di registrazione automatico di tutte le telefonate che vi afferiscono. Le Centrali Operative, ciascuna per il proprio bacino, sono raggiungibili dall'utenza componendo il numero telefonico unico e gratuito 1-1-8.

giovedì 17 aprile 2008

Trauma cranico, le linee guida



Sole 24Ore - Sanità - 17.04.2008
Ed. n. 15 del 15-21 aprile 2008 - Medicinae (pag. 29)Barbara Gobbi
Il vademecum dell’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali sui casi gravi e lievi
Raccomandazioni per garantire ai pazienti uniformità di trattamento

Nella gestione del trauma cranico, evento per definizione drammatico nella vita di un individuo, manca ancora uniformità di approccio clinico e organizzativo.Da qui nasce la decisione dell’Agenas, l’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali, di mettere a punto linee guida sul trattamento degli eventi, minori e severi.Il vademecum, illustrato martedì scorso a Roma, ovviamente non è vincolante per gli operatori, ma si propone come guida - tanto per gli addetti ai lavori quanto per le amministrazioni - sui modelli da realizzare in base a una revisione della letteratura scientifica internazionale.Di taglio molto tecnico, il testo (www.assr.it) prende in considerazione i tre “percorsi” assistenziali da seguire per altrettanti livelli di gravità: lieve, moderata, grave.«Oggi - ha spiegato il direttore Agenas Aldo Ancona - le modalità di affrontare l’assistenza sono diversificate sul territorio nazionale. Le implicazioni sono decisive e anche costose: si pensi all’emergenza, al coordinamento con il 118, con i diversi reparti ospedalieri. Per questo il trauma cranico è un esempio paradigmatico dei percorsi assistenziali interprofessionali e multidisciplinari, che richiedono forti sforzi organizzativi».Sforzi giustificati anche dal peso epidemiologico dell’evento: il trauma cranico è la terza causa di morte nei Paesi occidentali e la prima per gli under 45. Ogni anno in Italia sono ricoverati per trauma cranico 250 pazienti ogni 100mila abitanti.Secondo gli esperti si registrano due picchi: uno tra i 16 e i 35 anni (traumi spesso legati a incidenti stradali) e uno, dopo i 70 anni, con eventi causati soprattutto da cadute in casa.Negli anni l’incidenza del trauma grave tra i giovanissimi, grazie all’imposizione per legge dell’uso del casco per guidatori di ciclomotori e motocicli, è in decremento; cresce invece il picco tra gli anziani, che rappresentano ormai il 25% di tutti i traumatizzati cranici e richiedono ospedalizzazioni quattro volte maggiori dei pazienti in età pediatrica.«Negli anziani - ha confermato Roberto Villani, past president della Società italiana di neurochirurgia e coordinatore scientifico delle linee guida - spesso la gestione si complica, perché ci troviamo in presenza di diverse patologie legate all’età, con implicazioni cardiologiche, respiratorie e altro. Di conseguenza aumentano i pazienti che vanno trattati in terapia intensiva, nella fase post traumatica, con un recupero difficile e un peso sociale alto, anche perché il paziente sopravvive ma spesso non è autosufficiente».Le linee guida fanno esplicito riferimento alla complessa “catena del trattamento”: va dall’assistenza sul luogo dell’incidente al trasporto all’ospedale appropriato, al primo intervento in ospedale “periferico” alla diagnosi specialistica, alle cure in acuzie fino alla riabilitazione.A tutte le Regioni si consiglia di dotarsi di un modello organizzativo per la gestione del trauma maggiore. Solo in caso di grave instabilità cardio-respiratoria non gestibile in fase preospedaliera, vanno prima stabilizzate le funzioni vitali. Le linee guida dettano un iter operativo in tre fasi: primo inquadramento generale dell’infortunato sul campo, con riconoscimento delle lesioni e delle priorità terapeutiche; capacità di istituire sul campo e durante il trasporto eventuali manovre di supporto di base e avanzato della funzione respiratoria e circolatoria; avvio del paziente alla struttura più adeguata (non necessariamente la più vicina).Sono tre anche gli scenari di cura prospettati, in base alle condizioni del paziente e alla “rete” disponibile. In condizioni ottimali, l’incidentato andrà cogestito - in un’area geografica coincidente con quella di competenza della Co 118 e con i suoi Dea di riferimento - da una rete di ospedali per la fase acuta, detti Centri trauma (Dea di II e I livello tra loro connessi), e da una rete di riabilitazione di alta specializzazione.Da rendere disponibile per la pronta presa in carico, superata la fase acuta.
http://www.medpress.it/rass_stampa/rstampa.php?id=842
17.04.2008
Barbara Gobbi

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Rimuovere i graffi dai cd in cinque minuti


Eccovi alcuni metodi casalinghi, mediante i quali dovreste essere in grado di rimuovere i graffi dalla superficie dei cd.Le superfici dei cd o dei dvd sono molto delicate. Infatti, basta una scorretta conservazione, ed ecco che la superficie di esso si striscia. Se avete sperimentato tutto quanto era nelle vostre conoscenze, ma non avete ancora risolto il problema, vi indichiamo altri metodi, mediante cui dovreste essere in grado di rimettere in sesto i vostri cd o dvd. Tuttavia, sia bene chiaro, quelle sotto riportate devono essere intese come "ultime spiagge", ossia soluzioni utilme al problema, cui ricorrere soltanto quando non c'è proprio più niente da fare. Di conseguenza, non ci assumiamo nessuna responsabilità nel caso in cui non riusciste a pervenire al risultato sperato. In sostanza, non vi assicuriamo che i vari metodi proposti possano effettivamente funzionare. Primo metodo – Il dentifricio Cosa vi serve: Un cd da pulire Dentifricio (possibilmente a pasta bianca e non colorata, senza granuli) Acqua di rubinetto Un batuffolo di cotone Un panno morbido Dieci minuti di tempo Sul mercato esistono dei costosissimi kit di riparazione, ma con questo metodo non servono. Prendiamo il supporto da pulire e mettiamoci sopra del dentifricio. Con un batuffolo di cotone leggermente inumidito (o con le mani, se preferite) spalmiamo per bene il dentifricio lungo tutta la superficie del cd, anche se ne è strisciata solo una piccola parte. Lasciamo agire il dentifricio per cinque minuti. Quindi prendiamo il cd e, sotto l’acqua corrente, togliamo con le mani ogni residuo di dentifricio. Quando abbiamo rimosso tutto il dentifricio, asciughiamo il supporto con un panno morbido e, voilà, la superficie ora è ben levigata! Ovviamente, devo ricordarvi che se la superficie presenta graffi profondi, questi potrebbero non venir via, neppure se lasciaste agire il dentifricio per giorni e giorni. Secondo metodo – La banana E' possibile rimuovere i graffi dai cd anche con questo frutto esotico, ma la procedura è un po’ più lunga. Cosa vi serve: Un cd da pulire Un pezzo di banana (con la sua buccia, da utilizzare in seguito) Un panno morbido Acqua di rubinetto Quindici minuti del vostro tempo Prendiamo il supporto da pulire e strofiniamoci sopra la polpa della banana con movimenti circolari. E' necessario strofinare tutta la superficie del cd. Lasciamo agire la polpa sul support per 5 minuti. Ripuliamo la superficie con la parte interna della buccia . Laviamo il supporto con acqua e asciughiamolo con un panno morbido.Anche per quanto riguarda questo metodo, è nostro dovere segnalare che i graffi molto profondi potrebbero non sparire, anche dopo giorni e giorni di duro lavoro.

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