ROMA - Nuovi ricettari per medici di base, aziende sanitarie e strutture convenzionate, e nuove regole per la trasmissione telematica delle prescrizioni poste a carico del Servizio sanitario nazionale.Con i decreti del 17 e 18 marzo scorso, pubblicati sulla Gazzetta ufficiale n. 86 dell'11 aprile 2008, il ministero dell'Economia e delle Finanze ha dato definitiva attuazione alla legge 269 del 2003 in materia di contenimento della spesa pubblica per l'erogazionedi prestazioni sanitarie.L'obiettivo che, dopo una lunga gestazione appare oggi più vicino, è di creare un sistema di controllo incrociato sulla quantità e qualità delle prestazioni mediche e farmaceutiche garantite ai cittadini, ma anche ai non italiani assicurati presso altri enti, e pure agli stranieri privi di permesso di soggiorno, come previsto dalla legge Turco-Napolitano del '98. Tra i destinatari nella nuova disciplina figura infine anche il personale navigante, marittimo e dell'aviazione civile.Le nuove tipologie di ricette cambiano sensibilmente nella grafica, ma soprattutto nei contenuti informatici: il codice a barre dei dati del paziente viene introdotto come regola, che tollererà eccezioni solo «fino ad esaurimento delle scorte» dei vecchi formulari.
Mancano anche forbici e disinfettanti. I gravi disagi dell'unica guardia medica.
SANITÀ. Tre stanze anguste, pareti sporche, scrivania tenuta in piedi da mattoni, medici costretti a portarsi da casa la sterilizzatrice. Eppure nell'unica struttura pubblica si arriva anche a 150 visite.
È stato scongiurato il rischio della soppressione, ma non quello della fornitura indispensabile a garantire il servizio di Guardia medica. La struttura ubicata nel rione Macchitella è priva anche di una forbice per togliere i punti di sutura e i medici talvolta sono costretti ad acquistare il disinfettante.Nella sede di via Pandino la situazione rischia di degenerare. Pochi metri quadri ospitano tre stanze: una d'attesa e due ambulatoriali. All'esterno le erbacce e gli insetti la fanno da padrone.Una volta dentro non sembra nemmeno di essere in una struttura sanitaria. Le pareti della piccola sala d'attesa sono imbrattate dagli insetti spiaccicati ed evidenziati con dei disegni. Gli ambulatori, privi di ogni apparecchiatura strumentale, sono caratterizzati dalla discontinuità degli arredi, molti dei quali rotti. Una scrivania è mantenuta in piedi da alcuni mattoni. Gli sportelli degli armadi non si possono chiudere, i condizionatori non funzionano e mancano i riscaldamenti. Non esiste nemmeno una riserva idrica che con l'erogazione d'acqua discontinua costringe la Guardia medica a rimanere a secco. Cosi per rispondere aile richieste degli utenti, circa 45 al giorno che lievitano a 150 nei fine settimana, i medici sono costretti a mettere mani al portafogli per dotare la struttura della dotazione strumentale mancante e del materiale sanitario. In realtà quest'uitimo viene garantito con un servizio di fornitura mensile, che rimane tale anche nei casi di dimenticanze o emergenza.
Presidio d'assistenza primaria avviato tra medici e Ausl 5
GIAMMORO - Si tratta di un progetto pilota. Almeno così sostengono gli esponenti dell'"Associazione di Medicina Generale Ambito del Mela".Medici di famiglia, di guardia medica operano nei locali messi a disposizione dall'Ausl 5, in via Libertà n. 80, dove funzioneranno vari ambulatori.L'ufficializzazione alla presenza del dott. Manlio Magistri, direttore sanitario dell'ASL 5 di Messina. «La forte volontà dell'azienda sanitaria è quella di far evolvere questa struttura in un'Unità di Assistenza Territoriale Primaria (U.T.A.P.) - ha spiegato Magistri. Tale evoluzione prevede l'integrazione e la collaborazione tra i medici di Medicina e la Continuità Assistenziale (Guardia Medica) in modo da garantire sul territorio un'assistenza primaria che sarà fruibile per tutto l'arco delle 24 ore ed eviterà anche impropri ricorsi dei cittadini al Pronto soccorso ospedaliero.Inoltre nella complessa ed articolata struttura opererà anche una medicina di II livello, con specialisti ambulatoriali e servizi di emergenza territoriale, questi ultimi necessari vista la presenza dell'area industriale ad elevato rischio di crisi ambientale.
http://www.medpress.it/news/
Nessun commento:
Posta un commento
imposta qui i tuoi commenti