

CORTE DEI CONTI Mezzi pagati il doppio, contratti inutili... Tutte le spese folli del pronto soccorso.
Di cosa si occupa un «verificatore d'ambulanza»? Controlla il tachimetro? Saggia i copertoni? A Palermo se
lo chiedono da quando la Sise, società che gestisce il 118, ha deciso di assumere 74 di questi verificatori,
figura sconosciuta su tutto il territorio nazionale. Direte: sulla salute non si scherza, meglio avere un
dipendente in più che uno in meno. Peccato che i 74 vadano ad aggiungersi ai 3.009 autistisoccorritori che
lavorano sulle 270 ambulanze effettivamente in servizio in tutta l'isola. Due calcoli: 12 stipendiati per
autolettiga. A cui si sommano medici e infermieri ospedalieri, pagati ovviamente per ogni turno svolto. Un
record, che stride ancora di più se si pensa agli ennesimi casi di malasanità scoppiati di recente in mezza
Italia. «Uso disinvolto del denaro pubblico»: la Corte dei conti ha criticato la gestione del 118 siciliano.
L'indagine sul funzionamento del «trasporto sanitario terrestre di emergenza» è durata un anno, dal 20
novembre del 2006 al 24 ottobre 2007, ed è stata pubblicata la scorsa settimana. L'inchiesta ha riguardato
la Sise, società della Croce rossa, che a sua volta dipende dalla Regione Siciliana. Conclusione: a pagare
sono sempre e solo i cittadini. La magistratura contabile è partita dalle ambulanze. La convenzione iniziale
ne prevedeva 157. Poi, tra il 2005 e il 2006, due provvedimenti hanno portato il numero delle autolettighe
a 280. Mezzi pagati a peso d'oro, ricorrendo a un noleggio di 5 anni. Un'iniziativa «difficilmente
comprensibile», dato che acquistando i mezzi, anziché affittarli, la Sise avrebbe speso la metà: 8 milioni di
euro piuttosto che i 16 sborsati. Operazione non solo economicamente dannosa, ma anche poco utile,
secondo la Corte: non emerge infatti «alcun dato circa la necessità di ampliare il numero di ambulanze»
dice la relazione. Se non quello di aumentare i «soggetti da reclutare». Quella dei dipendenti è una falange.
Gli autisti dovevano essere in principio 1.570, ma sono arrivati in un anno a 3.009: lavoratori ingaggiati
«senza alcuna procedura selettiva». A questi vanno sommati 301 amministrativi «assunti per chiamata
diretta». E i 74 neoassunti verificatori. Il totale fa 3.384. «Un carrozzone clientelare» sostiene il diessino
Filippo Panarello, autore di un'interrogazione sugli sprechi del 118. «Spende 230 milioni l'anno» ha
calcolato il consigliere regionale. «In Piemonte, che ha caratteristiche simili alla Sicilia, il servizio costa 90
milioni. Ed è decisamente più efficiente». L'assessore alla Sanità, Roberto Lagalla, aveva annunciato a luglio
il piano di rientro: dimezzare le ambulanze e gli esborsi per il personale. «Proclami» li definisce Simona
Vicari, deputato regionale di Forza Italia. «Le spese folli sono continuate. Le assunzioni continuano. Del
piano di rientro si discuterà, se tutto va bene, a giugno». Nel mentre il 118 siciliano continua a spendere
circa 630 mila euro al giorno (preso da unione 118 sicilia)
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