
Enna. Il segretario generale della UIL Giuseppe Adamo ha fatto pervenrire la seguente nota in merito al personale del 118:
“L'ennesima beffa consumata, l'ennesima mancanza di rispetto di chi lavora e porta avanti un servizio di grande rilevanza sociale, quale quello del Servizio Emergenza Sanitaria, meglio inteso – 118-. Alcuni giorni fa il vertice della Società che gestisce il Servizio in convenzione, la SISE S.P.A., ha pensato, in barba a qualsiasi confronto con le parti sociali, di fare sottoscrivere solo ed esclusivamente a “pochi intimi” (gli ex verificatori) il contratto di lavoro a tempo indeterminato a 36 ore settimanali con contestuale cambio di mansioni.
E tutti gli altri 3200 autisti soccorritori dove li mettiamo? Sulle ambulanze e se dovessero aprire la bocca, probabilmente, li licenziamo pure, perché, a suo tempo, sono stati accontentati: li abbiamo tolti dal mondo del precariato.
Non è così che si gestisce la cosa pubblica. Gli autisti soccorritori, non intimi ma di massa, vengono utilizzati per un numero maggiore di ore rispetto al contratto stipulato, ma la Società il problema non se lo pone.
Evidentemente i “pochi intimi” sono stati più fortunati!
E' un continuo mortificare la professionalità di tanti autisti soccorritori che pensavano di avere risolto i loro problemi, purtroppo, non è cosi. Per avere gli arretrati contrattuali, per citare uno dei tanti problemi irrisolti, come al solito, è dovuta intervenire la Regione con un ulteriore finanziamento per far fronte al deficit di cassa della Società.
Ma questa volta noi non ci stiamo!
Contesteremo l'adozione di tali atti, riteniamo, per l'ennesima volta, violate le relazioni sindacali e le norme contrattuali, impegnandoci ad impugnare presso tutte le sedi competenti i suddetti comportamenti ed a mobilitare i lavoratori attraverso le azioni di lotta ritenute più idonee cercando di riportare nell'ambito dei pregressi rapporti di lavoro gli accordi ultimamente stipulati.
Non vorremmo pensare, infine, che altre organizzazioni sindacali, siano d'accordo o lo siano state con gli atteggiamenti posti in essere dalla Società; se così fosse sarebbe la fine di un sistema democratico che crea spazi solo a logiche clientelari e di rappresentanza”.


















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